Biblioteche di Bologna
Un burattino in Archiginnasio

Un burattino in Archiginnasio

Pinocchio e Pinocchiate nelle raccolte della biblioteca

«Se come data ufficiale della nascita di Pinocchio resta il ricordato giovedì di luglio del 1881, perché fu quel giorno che i piccoli lettori fecero la conoscenza dello scatenato burattino di cui s’innamorarono subito, in realtà il personaggio Pinocchio era nato circa otto mesi prima, nel corso del dicembre 1880, quando nella redazione del Fanfulla si era già preso a lavorare intorno al progetto di un nuovo settimanale da destinare ai bambini».

(Ornella Castellani Pollidori, Le “Avventure di Pinocchio”. Genesi di un capolavoro, p. 5)

Forse mai come in questo caso l’anniversario è un pretesto. Perchè basta leggere la frase sopra citata per capire che non è corretto affermare che nel 2023 Pinocchio compie 140 anni. Infatti quando nel 1883 escono Le avvenure di Pinocchio di Carlo Collodi - a Firenze, per la Libreria Editrice Paggi - il burattino è già alla sua “terza vita” editoriale.

Le prime due - inevitabilmente e significativamente precedute dalla citata gestazione di otto mesi all’interno della redazione del «Fanfulla» - corrispondono ai «due tronconi del racconto» (ivi, p. 33) apparsi sul «Giornale dei bambini» (che del «Fanfulla» è un supplemento appena nato e dedicato ai più giovani) rispettivamente fra il luglio e l’ottobre 1881 (fino al cap. XV) e fra il febbraio 1882 e il 25 gennaio 1883 (dal cap. XVI al XXXVI). Due racconti che hanno «un ritmo e soprattutto [...] un disegno diversi, quasi irriconoscibili» (Salvatore Ferlita, Il Pinocchio rimosso, in C. Collodi, Pinocchio. La storia di un burattino, p. 127-141: 130). Emilio Garroni in Pinocchio uno e bino parla di due romanzi in uno: il primo dal cap. I al XV, il secondo corrispondente all‘intero testo. È cosa risaputa che alla fine del capitolo XV, Collodi impicca Pinocchio a un albero del Campo dei miracoli. E lì l’avrebbe lasciato, stecchito, se non fosse stato per la pressione dei giovani lettori, dei colleghi redattori e delle sue necessità economiche. La storia editoriale del burattino ricalca quella narrata da Collodi, in cui rinascite e risurrezioni - con la morte sempre scampata di un soffio, «iscritta nel suo atto di nascita e che rappresenta il suo [di Pinocchio, N.d.R.] destino» (Mario Lavagetto, Pinocchio racconta Pinocchio, in Id., Lavorare con piccoli indizi, p. 263-275: 272) - si susseguono con cadenza periodica.

Ma se la “resurrezione” di Pinocchio del 1882 modifica profondamente il messaggio del racconto e, di conseguenza, il personaggio, anche la «saldatura dei singoli segmenti» (O. Castellani Pollidori, Le “Avventure di Pinocchio” cit., p. 36) in un unico volume - uscito appena un mese dopo la fine della pubblicazione su rivista - crea un testo nuovo, a sé stante. Come si diceva prima, la terza vita di Pinocchio

Ed eccoci finalmente giunti a definire meglio l’anniversario che ci dà il pretesto di parlare dell’amato burattino: nel 2023 festeggiamo i 140 anni della prima edizione in volume della storia di Pinocchio. Le novità più evidenti nel passaggio da rivista a volume? L’inserimento di «riassuntini introduttivi a fine moralistico posti all’inizio di ogni capitolo» (Nota redazionale, in C. Collodi, Pinocchio. La storia di un burattino, p. 121-125: 123), che ancora una volta modifica profondamente il messaggio del racconto; e soprattutto la presenza delle illustrazioni di Enrico Mazzanti, che offrono per la prima volta un volto a Pinocchio e agli altri personaggi.

Da quella prima incarnazione - può essere detto di un burattino di legno? - molte altre se ne sono susseguite. Ricercarle nei volumi della Biblioteca dell’Archiginnasio e di quella di Casa Carducci è stato un viaggio che ci ha portato a fare emergere quelle che vedete in questa bibliografia.

Le rappresentazioni di illustratori celebri e di altri oggi quasi dimenticati, innanzi tutto, che col disegno reinterpretano e donano ogni volta nuova vita a Pinocchio e alla nutrita folla di personaggi che il burattino incontra durante le sue avventure.

Poi la vite alternative del racconto, le cosiddette Pinocchiate. Pinocchio «si presta particolarmente bene [...] a realizzarsi in sempre nuove storie» (E. Garroni, Pinocchio uno e bino, p. 39) e lo ha fatto ben prima che Guillermo Del Toro lo collocasse nell’Italia fascista. E a proposito di questo, anche le trasposizioni in altri media non si contano, ma se quelle cinematografico/televisive sono note ai più, ne abbiamo qui volute ricordare alcune - teatrali o musicali - se non meno conosciute, forse meno banali.

Questa è quindi una selezione delle mille vite vissute dal burattino più famoso del mondo. Le potete leggere, guardare, toccare chiedendo i libri in elenco in biblioteca (anche quelli della Biblioteca di Casa Carducci sono consultabili in Archiginnasio). Vi invitiamo a farlo perché l’antico adagio che ogni rilettura è una sorpresa, per Pinocchio vale un po’ di più che per altre storie. E a cercare altri Pinocchi e altre Pinocchiate, perché «Un grande libro genererà infiniti libri» (Giorgio Manganelli, Pinocchio: un libro parallelo, p. 19).