20 aprile 2023, 18:00
copertina di NATO IN IRAN

Un dialogo tra Majid Bita e Linda Chiaramonte

Un dialogo tra l’autore Majid Bita e la giornalista Linda Chiaramonte a cura di Canicola in collaborazione con Biblioteca Amilcar Cabral nell’ambito del Patto per la lettura di Bologna.

Nato in Iran (Canicola edizioni, 2023) è una storia autobiografica e familiare che ci proietta a Teheran e si fa storia collettiva. Le angosce di un bambino, il fantasma di una guerra mai conclusa per davvero, le convinzioni e la ribellione di una generazione di uomini e donne che vogliono la libertà.

Nato in Iran è una graphic novel sorprendente per il tono del racconto che alterna autobiografia e una surrealtà poetica per dipanare quella rapida trasformazione dell’Iran dopo la rivoluzione Khomeinista del 1979, la rivoluzione contro lo Scià vissuta dalla famiglia dell’autore e da tutta la società iraniana, e raccontare inoltre la guerra Iran-Iraq che ha segnato il giovane Majid, e la sua generazione costretta a vivere le conseguenze di una rivoluzione considerata oggi dalla maggior parte del popolo iraniano come rovinosa. 

“Ricordo le immagini del viso rabbioso di Khomeini sotto il quale campeggiava la scritta: “Tutta la mia speranza siete voi, studenti delle elementari!”. Ma le cose non sono andate nel modo in cui lui avrebbe voluto. Vedevamo speranza in tutto ciò che Khomeini proibiva, siamo diventati lettori leggendo libri banditi e cinefili attraverso i film censurati. La maggior parte delle nostre occupazioni erano illegali. A scuola non raccontavamo mai quello che facevamo a casa. Ma la realtà domestica era uno spazio distante dalla scuola, lì il regime aveva meno possibilità di controllo.”
Majid Bita dalla postfazione del libro


Majid Bita nasce nel 1985 in Iran dove studia grafica d’arte per poi trasferirsi in Italia nel 2014 per studiare pittura e poi linguaggi del fumetto all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Dal 2006 lavora come illustratore e graphic designer per riviste e quotidiani in Iran dal 2015 partecipa ad esposizioni collettive a Teheran, Isfahan e a Istanbul e inizia a scrivere per “Honar e Zaman” (arte del tempo) una rivista d’arte di cui fa parte anche della redazione. Queste collaborazioni lo tengono in contatto con la società artistica iraniana ma a causa del peggioramento della situazione politico e sociale e della censura si interrompono nel 2018. 

Attualmente si occupa di illustrazione editoriale, storyboard per film d’animazione e video musicali. I suoi legami con la comunità iraniana in esilio, soprattutto di Francia e Stati Uniti, sono vivi. Si tratta di un rapporto di scambio culturale e artistico che senza sfociare nell’attivismo mette al centro il disegno come atto politico quotidiano. Vive e lavora a Bologna.