Malabaila/Levi e i racconti fantabiologici
Malabaila/Levi e i racconti fantabiologici

A dispetto dei nomi che campeggiano sui frontespizi qui presentati, l’autore delle due raccolte di racconti - entrambe prime edizioni - è lo stesso: Primo Levi. Che nel 1966, quando esce Storie naturali, ha già pubblicato le sue opere testimoniali maggiori sull’Olocausto e quindi - non per sua scelta quanto per suggerimento “imposto” dall’editore (e patito dall’autore) - adotta uno pseudonimo per firmare questi racconti che si teme possano “scalfire” la sua credibilità di testimone, in quanto pienamente collocabili nei territori della fantascienza. Marco Belpoliti li definisce «racconti fantabiologici» nel testo Il centauro e la parodia che introduce il volume Tutti i racconti dello scrittore torinese (Torino, Einaudi, 2015, p. XII), avvicinandoli naturalmente alle Cosmicomiche calviniane.

Non molto diversi sono i racconti che compongono la seconda raccolta, datata 1971, ma questa volta Levi non cede alle richieste dell’editore e firma col proprio nome di battesimo, quasi a rivendicare la dignità del proprio lavoro, anche quando abbandona i territori del realismo. Da quel momento Damiano Malabaila scomparirà e anche le edizioni successive di Storie naturali porteranno sul frontespizio il nome di Primo Levi.

Un consiglio appassionato: se non avete ancora letto queste due raccolte, fatelo al più presto. Si tratta di racconti assolutamente imperdibili, come molti altri di Levi.

 

Damiano Malabaila [i.e. Primo Levi], Storie naturali, Torino, Einaudi, 1966.

Collocazione: CONT. 340 234

 

Primo Levi, Vizio di forma, Torino, Einaudi, 1971.

Collocazione: CONT. 340 270