Loriano Macchiavelli, Stop per Sarti Antonio (1987)
Loriano Macchiavelli, Stop per Sarti Antonio (1987)

Prima di parlare di Coscienza sporca è necessario fare un passo indietro a un romanzo uscito nel 1987, intitolato Stop per Sarti Antonio. Come altri grandi autori di polizieschi prima di lui, alla fine di questo libro Macchiavelli - desideroso di dedicarsi a nuovi progetti, come la trilogia di cui fa parte Strage - fa morire colui che nel 1987 era già stato protagonista di numerosi suoi romanzi e racconti. O meglio: il narratore nelle ultime pagine abbandona Sarti Antonio con la pistola dell’americano John Smith - misterioso americano piombato a Bologna - puntata in faccia, dando per scontato che sarà ucciso. Il suono dello sparo che sente mentre si allontana lo convince che il questurino sia morto. Con questo finale sospeso si chiude Stop per Sarti Antonio: venendo a mancare il protagonista, non viene nemmeno raccontata al lettore la soluzione del caso. Solo qualche mese dopo l’uscita del libro, dietro insistenze dei lettori, Macchiavelli pubblica - sul numero di aprile 1988 del periodico «Febbre gialla» - un breve racconto in cui il narratore va a trovare Rosas, che gli svela la soluzione del caso narrato nel romanzo.

Rimane il fatto che Sarti Antonio nelle intenzioni di Macchiavelli ha concluso così la sua carriera di questurino. Ma non quella di personaggio letterario, dal momento che negli anni successivi lo scrittore continua a pubblicare racconti o romanzi brevi in cui compare Sarti, ma colto in momenti della sua vita precedenti l’incontro fatale con John Smith. A partire dal 1991 poi la RAI manda in onda la prima serie TV con protagonista Gianni Cavina (di cui parleremo prossimamente) che rilancia il successo del personaggio. Alla fine, come gli stessi altri grandi autori di poliziesco prima citati, Macchiavelli capitola e fa risorgere Sarti Antonio proprio in Coscienza sporca. Diversamente da quegli autori però lui decide di non dare spiegazioni: le prime pagine del nuovo romanzo infatti ripropongono le ultime di Stop per Sarti Antonio, che il narratore commenta così:

 

«Così sono andate le cose quando ho deciso di non guardare in faccia la morte del mio questurino. Mi stava troppo a cuore per vederlo morire.

Ma non è andata come avevo immaginato e me lo sono ritrovato dinanzi e da quel momento ho deciso che le cose non sono come appaiono. Mi è rimasta la curiosità di sapere come sia sfuggito a quel colpo di pistola. [...]

Prima o poi me lo racconterà» (p. 12-13)

 

In realtà le cose andranno diversamente. Né Sarti, né il narratore, né Macchiavelli racconteranno mai come il questurino si sia salvato. In Coscienza sporca si trova un unico riferimento all’accaduto, nel decimo capitolo della seconda parte, una breve frase che ribadisce che «Quell’episodio resterà un mistero» (p. 88). Da quel momento sarà come se la cosa non fosse mai successa. Forse anche per gettare una coltre di oblio sulla vicenda e non creare confusione nel lettore, Stop per Sarti Antonio finora non è più tornato sugli scaffali delle librerie da quel lontano 1987. Un peccato anche perché il romanzo prende spunto da quelli che agli inizi degli anni Ottanta sono stati chiamati “i delitti del DAMS”, culminati - almeno secondo alcuni osservatori della cronaca nera - nell’omicidio di Francesca Alinovi. Anche in questo caso quindi Macchiavelli costruisce la narrazione su un caso criminale bolognese, uno di quelli che hanno destato maggiore interesse e scalpore, gettando un’ombra sinistra sulla città.

 

Si ringrazia la Biblioteca “Oriano Tassinari Clò” per averci fornito la riproduzione della copertina di Stop per Sarti Antonio.