Loriano Macchiavelli, Noi che gridammo al vento (2016)
Loriano Macchiavelli, Noi che gridammo al vento (2016)

La frase riportata nella quarta di copertina di Noi che gridammo al vento introduce un tema fondamentale di questo e degli altri “romanzi civili” di Macchiavelli che abbiamo citato in precedenza. All’interno della narrazione è il cantore Omero - che è diventato cieco proprio in seguito all’agguato di Portella della Ginestra, come se la perdita della vista fosse il prezzo da pagare per trovare la voce con cui raccontare - a sviluppare il concetto presente in questa breve frase. Il dialogo fra lui e il Professore è allo stesso tempo una dichiarazione d’intenti e un manifesto metodologico che l’autore mette in bocca a colui che lo rappresenta all’interno del testo:

 

«La memoria. Da giovane, quando viaggiavo, lessi una targa affissa sulla facciata di un teatro: “La tradizione è una materia da conservare viva e in evoluzione, altrimenti è qualcosa che non appartiene alla vita, ma alla memoria”. Non so chi fosse il G.C. che la firmava. So cosa intendeva: la memoria è morta. Rimane dentro di noi e negli archivi o nei segreti di Stato. Dobbiamo farla viaggiare perchè viva e allora diventa ricordo. La memoria conserva, il ricordo si fa racconto e diventa creatività. Questo io faccio. trasformo la memoria in racconto, che consegno ad altri raccomandando di tenerlo vivo. Solo così il racconto diventa pericoloso.

- Perchè?

Potrebbe svelare, Professore. Potrebbe togliere i veli, pulire la memoria per arrivare a chi esegue e a chi ordina. Io so. Siamo in tanti a sapere: Portella è stata la prova generale. Modalità, connivenze, despistaggi, sospetti, fango. Terrorismo e strategia della tensione» (p. 123-124).

 

Come spiega la nota che Macchiavelli appone al testo (il romanzo ha un breve apparato di 20 note), la frase citata da Macchiavelli si trova incisa su una «Lapide posta sulla facciata del teatro comunale di Corfù».

 

Loriano Macchiavelli, Noi che gridammo al vento, Torino, Einaudi, 2016.

Collocazione: 20. Q. 1560

Nelle biblioteche del Polo Bolognese il romanzo è disponibile anche in versione audiolibro e eBook.