
L’opera di Ariosto è ormai pienamente conscia dell’irrealtà del regno del Prete Gianni, nonostante le esplorazioni dei viaggiatori non abbiano ancora perso la speranza di trovarlo, a testimonianza di quanto sia complessa la vicenda, che si muove fra eventi storici e immaginario, testi letterari e relazioni di viaggio:
«Gianni prende corpo dapprima in alcune epistole, trasmigra poi nella realtà e orienta lo sguardo di chi in essa si muove, rientra quindi in testi che sono resoconti di un mondo osservato, passa da una cronaca a una relazione di viaggio, alla narrazione di un viaggio fantastico. Non solo. Mentre ancora si va alla ricerca del regno di Gianni nel continente africano, l’Ariosto ne sgretola la sacralità facendone un regno di condannati alla fame lordato dalle arpie».
(Gioia Zaganelli, Introduzione, in La lettera del Prete Gianni, p. 7-44: 32).
Questa illustrazione di Doré, relativa alla stanza 106 del canto XXXIII, mostra Senapo-Gianni che - punito da Dio per la superbia che lo aveva spinto a cercare di conquistare il Paradiso Terrestre - viene tormentato dalle arpie che impediscono agli abitanti del regno di mangiare, guastando ogni banchetto. È Astolfo, giunto in Africa in sella all’ippogrifo, a salvare Senapo e i suoi sudditi mettendo in fuga i mostri alati.
Lodovico Ariosto, Orlando furioso, illustrato da Gustavo Doré, con prefazione di Giosuè Carducci, Milano, Fratelli Treves, 1881.