La tragedia di via Mazzini - Il Resto del Carlino
La tragedia di via Mazzini - Il Resto del Carlino

Quando viene scoperto il cadavere del conte Bonmartini (che in realtà conte si fa chiamare, ma non lo è) la prima ipotesi avanzata dalle indagini è che si tratti di un delitto comune, una rapina finita male a causa della reazione della vittima. Nei primi giorni quindi il caso occupa uno spazio limitato sui giornali. L’interesse sale di livello quando si inizia a ipotizzare la colpevolezza di Tullio Murri e ancora più quando la sorella Linda viene accusata di essere la mandante dell’omicidio.

Se si scorrono le pagine che il «Resto del Carlino» dedica al delitto dal 3 al 18 settembre - ricordiamo che Bonmartini è stato ucciso il 28 agosto ma il cadavere venne scoperto solo il 2 settembre - è facile intuire come i lettori fossero ogni giorno più desiderosi di conoscere le novità delle indagini, che vengono puntualmente e dettagliatamente riportate sulle colonne del quotidiano bolognese. La notizia occupa sempre più spazio fino ad arrivare a occupare quasi un’intera pagina nel numero del 17-18 settembre. Da un certo momento tutti gli articoli dedicati al delitto hanno un titolo unico, La tragedia di via Mazzini (la palazzina Bisteghi, luogo dell’assassinio, si trova appunto in via Mazzini, oggi Strada Maggiore, al n. 39). Sembra quasi di trovarsi di fronte a uno di quei romanzi a puntate - spesso incentrati proprio su casi sensazionali e criminali - che in quei tempi riempiono le colonne dei giornali e che saranno l’embrione da cui nascerà e si affermerà il genere poliziesco.

L’immagine che mostriamo la rivedremo più volte, pur con alcune variazioni. In questo caso fra i protagonisti manca Linda Murri che nel momento in cui questo disegno viene pubblicato non è ancora stata arrestata.

 

«Il Resto del Carlino», 3-18 settembre 1902

Collocazione: 19/1