«...la miseria di un ambito letterario drogato...»
«...la miseria di un ambito letterario drogato...»

La critica di Evangelisti non fa sconti. I giudizi sono espressi in maniera netta, senza giri di parole. Nessun collega scrittore scrittore è esente da critiche, se ritenute meritate, ma i primi bersagli sono spesso proprio i critici letterari:

 

In Italia, si sa, i ritmi della critica letteraria sono più elefantiaci che in Europa o nel resto del mondo, mentre le pagine culturali dei quotidiani ricordano non di rado la cerimonia del tè delle anziane signore inglesi (“Ricordi quando c’era quello? Ah, che peccato che sia morto!”. “Ho ancora presente quando al Caffè Greco venivano il tale e il talaltro”. “Non scorderò mai la feroca polemica fra X e Y che sconvolse via Bagutta e incrinò l’ambiente di Giustizia e Libertà”).

Philip K. Dick e il mosaico composto [2000], p. 248

 

Evangelisti denuncia così proprio il malcostume di un ambiente letterario che spesso è una conventicola di persone che si sostengono o si combattono più per convenienze e simpatie che per i reali valori delle opere letterarie.

Un caso evidente lo si ha quando Evangelisti denuncia «[...] la miseria di un ambito letterario drogato [...]» (Periferie pericolose [2004], p. 36) analizzando l’articolo Ecco come ho perso il Premio Strega, apparso su «la Repubblica» del 5 luglio 2003. Evangelisti non cita l’autore, non è l’attacco al singolo che a lui interessa ma a un sistema, anche perchè è semplice risalire all’articolo e quindi al nome. Ecco l’articolo. Anche qui non si capisce chi sia l’autore? Se proprio siete curiosi, qui trovate l’articolo completo e facilmente leggibile.

Noi aggiungiamo il ricordo di un episodio avvenuto qualche anno prima sempre al Premio Strega, che aveva avuto grande risonanza proprio perchè costituiva una critica diretta al sistema dei premi letterari: il collettivo Luther Blissett (oggi Wu Ming) non si presentò alla serata finale del premio, al quale era candidato con il loro primo romazo, Q. Vent‘anni dopo i Wu Ming pubblicarono sul loro blog un resoconto di quei giorni firmato da Eleonora Bitti, che vale la pena rileggere ancora oggi e che ci sembra in consonanza con le parole di Evangelisti.