Giuseppe Cocchiara, Lembi di Albania in Sicilia (1927)
Giuseppe Cocchiara, Lembi di Albania in Sicilia (1927)

Ancora un articolo, estratto questa volta da «La lettura», che racconta non solo la storia ma anche alcune tradizioni di Piana degli Albanesi che ancora si conservano in paese nei primi decenni del Ventesimo secolo.

In una delle fotografie che corredano l’articolo si vede la fontana del paese, la stessa a cui Stella veniva mandata per attingere l’acqua e in cui la madre lavava i panni in uno dei primi episodi dell’infanzia ricordati dalla donna. Quando Stella, passeggiando per Piana insieme a Eva la mattina seguente al suo arrivo in Sicilia, vede un bambino che riempie bottiglie di plastica, nella sua mente riemerge quanto aveva cancellato:

 

«La parte antica e alta del paese si concludeva su una muraglia di contenimento che poggiava sulla roccia, quasi ne fosse il proseguimento fuori terra. Dalla sommità scendevano a decorarla e coprirla in parte piante di fico e ginestre. Appoggiata alla muraglia, una grande fontana il cui getto, abbondante e continuo, metteva attorno una sensazione di frescura.

A quel getto, un ragazzino di sette, otto anni riempiva bottiglie di plastica che poi sistemava in due cestelli.

Stella si fermò a guardare e l’immagine le mutò davanti agli occhi. Non più il ragazzino, ma una bambina con accanto la madre che lavava i panni. Sotto il getto, un secchio di zinco dal quale tracimava l’acqua» (p. 46).

 

L’immagine della fontana torna più volte nel romanzo, sempre a sottolineare momenti in cui Stella compie un passo decisivo verso la riscoperta di quel mondo i cui abitanti ancora la chiamano Nina, come quando aveva sei anni.

 

[Giuseppe Cocchiara], Lembi di Albania in Sicilia, [Milano], [s.n.], [1927].

Articolo estratto da «La lettura».

Collocazione: MORARA M. 64 n. 20