Giuseppe Bennici, Piana dei Greci (1875)
Giuseppe Bennici, Piana dei Greci (1875)

L’opuscolo di cui qui vediamo la copertina, datato 1875, ricostruisce la storia del territorio nel quale venne fondata Piana a partire dal XII secolo, quindi ben prima dell’arrivo dei profughi albanesi. Leggendo queste pagine ci si rende conto di come la divisione del territorio - e quindi il possesso del terreno - sia stato il motivo di conflitto ricorrente fra la colonia albanese e i paesi e le città vicine, in particolare Monreale.

Nel Novecento la lotta per il possesso dei terreni migliori per la coltivazione continua ad essere la ragione di uno scontro che si trasfoma in conflitto sociale - con le istanze dei contadini che si oppongono allo strapotere dei latifondisti - più che in una lotta fra le diverse amministrazioni. La stessa festa del Primo Maggio diventa spesso l’occasione per rivendicare il possesso e l’uso delle terre coltivabili da parte dello strato più povero della popolazione di Piana e dei paesi vicini. Una lotta che si incrocia con la storia criminale dell’isola, dal momento che le famiglie più importanti contro cui i contadini si battono sono spesso le stesse che stanno ai vertici dell’organizzazione mafiosa.

Macchiavelli lo esplicita nel Primo intermezzo del romanzo, quando in pagine che stanno fra il saggio e la rievocazione lirica indaga cause e conseguenze dei rapporti fra mafia e istituzioni:

 

«Questa è la storia di Portella, Professore. La mafia temeva di perdere le terre. Noi volevamo solo lavorarle, perchè le terre incolte sono una bestemmia contro la vita. Soprattutto se ci sono bambini che muoiono di fame» (p. 164). 

 

[G. Bennici], Piana dei Greci nella circoscrizione del territorio di Monreale, Palermo, Gaudiano, 1875.

Collocazione: 6-Sc. Soc., Amministrazione, B. 02, 018