Carlo Ginzburg, Adriano Prosperi, Giochi di pazienza (1975)
Carlo Ginzburg, Adriano Prosperi, Giochi di pazienza (1975)

Nella prima Bustina pubblicata, Eco cita Carlo Ginzburg, che della serendipità si è occupato «nel suo famoso saggio sul paradigma indiziario», cioè Spie. Radici di un paradigma indiziario, pubblicato in prima battuta nel 1979 nel volume collettivo Crisi della ragione e poi riproposto in Miti, emblemi, spie. Morfologia e storia (volume ripubblicato di recente con delle aggiunte).

Il nome dello storico, che ritroveremo più avanti, avendo parlato di questa metodologia di ricerca fatta anche per accostamenti e illuminazioni casuali e episodiche, ci riporta alla mente un caso di serendipità da lui stesso illustrato nell’opera di cui vediamo la copertina, scritta insieme a Adriano Prosperi. E si tratta di un caso che riguarda proprio la nostra biblioteca.

In Archiginnasio ci siamo occupati di Giochi di pazienza nel 2019, quando abbiamo allestito la mostra Come un incendio d’estate secca e ventosa, che celebrava il ventennale della pubblicazione del romanzo Q di Luther Blissett. La terza parte del romanzo infatti è tutta incentrata sul Beneficio di Cristo, opera cinquecentesca messa all’indice per contenuti eretici, che era anche il fulcro di interesse della ricerca di Ginzburg e Prosperi. Una pagina della mostra online è dedicata a spiegare come l’opera storica fosse stata l’ipotesto fondamentale per la scrittura del romanzo, come testimoniato dallo stesso Luther Blissett. Nella stessa pagina, da cui a breve citeremo, viene esposto anche il caso di cui si diceva sopra. Si tratta di una delle tante ricerche fatte dai due autori, nell’anno accademico 1971-1972, nel catalogo storico dell’Archiginnasio, il Catalogo Frati-Sorbelli, oggi digitalizzato ma allora consultabile solo fisicamente. Proprio questa consultazione fisica, compiuta aprendo cassetti e sfogliando schede, aveva portato a una scoperta casuale che forse non si sarebbe verificata sulla versione digitale del catalogo:

 

«Infine il caso più curioso, che illustra in maniera paradigmatica uno degli assunti di Giochi di pazienza, cioè l’importanza della casualità, della serendipità, nell’attività di ricerca. Mentre è in caccia di testi che parlino di predestinazione – tema cruciale nel Beneficio – uno degli autori scopre L’heremita, ovvero della predestinatione di Marco Mantova Benavides grazie a “un errore del catalogo della biblioteca dell’Archiginnasio. Stava passando in rassegna tutti i “Marco” per rintracciare un Marco da Brescia benedettino saltato fuori dal repertorio dell’Armellini. L’heremita figurava come opera di “Marco da Mantova” – mentre tutti gli altri scritti del Mantova Benavides erano catalogati correttamente sotto Benavides” (p. 129)».

 

Nella mostra era esposta anche la scheda sbagliata del nostro catalogo. Anche in questo caso potremmo esclamare, con Eco: Che bell’errore!

 

Carlo Ginzburg, Adriano Prosperi, Giochi di pazienza. Un seminario sul Beneficio di Cristo, Torino, Einaudi, 1975.

Collocazione: CONT. 391 258