
E finalmente nell’ottobre 1988 vengono pubblicate le soluzioni proposte dai lettori. Non una sola, come annunciato nei mesi precedenti, ma ben tre. Questo per dare il giusto spazio a una iniziativa promossa da Andrea Benetti, professore presso l’Istituto Tecnico Industriale “Aldini Valeriani” di Bologna, che ha coinvolto nel gioco la classe II H. Studenti e studentesse hanno inventato i loro finali alla storia e le due proposte migliori vengono premiate con la pubblicazione.
Vincitore della gara fra i lettori “extrascolastici” è invece una firma eccellente. Massimo Carloni infatti già nel 1984 aveva pubblicato Indagine sul giallo italiano - una delle prime ricognizioni critiche della produzione poliziesca nostrana - e in seguito diventerà non solo autore lui stesso di racconti e romanzi afferenti al genere, ma anche curatore di molte raccolte di opere dello stesso Macchiavelli.
Nel numero del mese successivo la rivista pubblica, come promesso, la soluzione escogitata da Macchiavelli. O meglio, la soluzione di Poli Ugo. Perchè dobbiamo aggiungere un ultimo dettaglio alla complessa storia di Sarti Antonio e il malato immaginario. Nelle tre edizioni in volume citate in precedenza infatti l’autore aggiunge un ultimo capitolo, intitolato Non è detto, in cui vengono messe in discussione le conclusioni sui delitti a cui era arrivato Poli Ugo. E non con una, bensì con due versioni alternative. Una fornita, dopo un supplemento di indagini, da Sarti Antonio. La seconda messa in campo dallo stesso narratore. Tutte soluzioni «secondo la logica e gli indizi, indiscutibilmente vere e plausibili» (L. Macchiavelli, Sarti Antonio e il malato immaginario, p. 297). L’unica conclusione possibile diventa allora quella che chiude il romanzo, la lapidaria constatazione che il sergente rivolge al narratore: «Tu devi essere matto» (ivi, p. 300).
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«2000 incontri. Mensile di Bologna e dell’Emilia Romagna», II (ottobre 1988), n. 10