4 agosto 2022, 21:30
copertina di Mamma Roma

(Italia/1962) di Pier Paolo Pasolini (105')

SOTTO LE STELLE DEL CINEMA - PASOLINI 100

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Fino a che punto un regista-poeta può conciliare le proprie scelte di stile con le esigenze di chi lavora insieme a lui e ha nel film un ruolo creativo almeno pari al suo? In parole povere: che cosa succede quando un temperamento come quello di Anna Magnani impone le sue ragioni a quelle sacrosante di Pier Paolo Pasolini? Se l’autore ha il dominio sul linguaggio (e guai se non è cosi), ha diritto l’interprete di rivendicare il proprio e di pretendere che sia rispettato con le buone o con le cattive?
Durante la lavorazione di Mamma Roma ci furono tensioni tra il regista e l’attrice e nessuno dei due alla fine fu contento del risultato (e qui sbagliarono entrambi...). Ma non erano le normali divergenze sull’impostazione del personaggio, sul peso di una battuta, sul significato di un gesto. Riguardavano più direttamente il rapporto con la macchina da presa, cioè il campo della messa in scena. La Magnani lamentava un eccesso di frammentazione nelle riprese, che non le si lasciasse il tempo adeguato per esprimersi, che si ‘tagliasse’ troppo e nel momento meno opportuno, che la cinepresa la facesse da padrona. Pasolini dal canto suo non voleva da lei un approccio viscerale al carattere della protagonista, aveva paura che la grande attrice, lasciata a briglia sciolta, abusasse del proprio istinto, tendesse al belcanto. Il che sarebbe stato un guaio, non solo per la presenza al suo fianco di attori non professionisti, ma perché in contrasto con lo stile composito, pittorico, antinaturalistico del film.
Di solito si porta l’esempio di Bellissima per dire qual era il modo giusto per mettere in risalto l’arte della Magnani. Visconti le costruì addosso ogni singola inquadratura con la macchina da presa al servizio dei suoi tempi e dei suoi sfoghi. Lei ne fu contenta e anche noi. Ma era ancora l’antica lingua della prosa. Invece Mamma Roma fu alla sua uscita un film così nuovo da sconcertare persino chi l’aveva concepito e interpretato. Ed è cresciuto nel tempo, è uno dei vertici di Pasolini regista, la creazione più forte di Anna Magnani.

Gianni Amelio

“[...] vengono Mamma Roma e suo figlio, / verso la casa nuova, tra ventagli / di case, là dove il sole posa ali / arcaiche: che sfondi, faccia pure / di questi corpi in moto statue / di legno, figure masaccesche deteriorate, / con guance bianche bianche, / e occhiaie nere opache / — occhiaie dei tempi delle primule, / delle ciliegie, delle prime invasioni / barbariche negli “ardenti / solicelli italici [...]”

Pier Paolo Pasolini, Poesia in forma di rosa

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