
L'ultima profezia del mondo degli uomini. L'Epilogo
Finalmente, ormai era un uomo adulto, quasi sedici anni, arrivarono di fronte al mare.
Kail rimase senza fiato davanti a quella cosa infinita, pensando che se c'era un dio che aveva creato le onde, non era possibile che fosse lo stesso dio delle sue terre, quello che passava il tempo a bere con le anime dei grandi guerrieri dentro ai teschi dei nemici uccisi.
Il mondo salvato dagli Ultimi
Gli Yurdioni sono un popolo di guerrieri. Di guerrieri e basta. I più terribili e feroci, non sanno cosa sia la pietà, né la strategia, né la paura, e hanno spazzato via il regno degli Orchi e quello degli Uomini. Amano la guerra, e sanno fare solo quella. Non scrivono, non leggono, non sorridono, quasi non parlano se non per darsi ordini.
Kail è uno di loro, ma sin da piccolo è rimasto isolato nel bosco, e non ha imparato completamente l'unica regola del suo popolo: che non esiste il singolo individuo, esiste solo il gruppo da imitare. Così è diventato Kail il Solitario, poi lo Stolto, e lo è anche ora che è nell'esercito, l'ultimo degli ultimi. Ma Kail, silenzioso e quasi invisibile, ha imparato a pensare, grazie ad un oggetto proibito che gli ha tramandato la madre, una trottola vecchia di secoli. Una trottola con lo stesso disegno, la spirale aurea, simbolo dell'infinito, e lo stesso potere di aprire la mente è in mano anche a qualcun altro. Il mondo è sull'orlo del collasso, nessuno ha più speranze. Ma bastano poche anime, anche le più disgraziate, ancora pronte a pensare, per poter accendere una luce nell'oscurità più assoluta.