Io non mi chiamo Miriam

«Ho trovato questo libro, letto ormai qualche anno fa, di una bellezza rara e pieno di un dolore grande. Un libro che affronta il tema dei 𝐜𝐚𝐦𝐩𝐢 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 nazisti dal punto di vista del popolo Rom sempre dimenticato quando si parla del genocidio perpetrato dai nazisti di Hitler con il fattivo contributo dell'Italia fascista di Mussolini.

Sottotraccia però c'é il tema profondo dell'identità e della rinuncia ad essa per il timore di non essere accettati. Solo quando compie 85 anni Miriam, elegante signora svedese sente il bisogno e il dovere di confessare: lei non è Miriam, ragazzina ebrea sopravvissuta all'orrore dei campi, ma Malika ragazzina Rom che grazie ad un caso fortuito si è finta ebrea ed è poi riuscita a salvarsi. Di libri sull'olocausto ne sono stati scritti tanti e molti belli ed interessanti. Questo secondo me ha qualcosa in più che me lo ha fatto amare senza riserve. La scrittrice è stata capacissima di rendere sia l'orrore che la divisione interiore che strazia Miriam/ Malika». O.