Giornali prigionieri, la stampa di prigionia durante la Grande guerra

30 settembre 2025, 18:00 @ Biblioteca Salaborsa | Auditorium Enzo Biagi
Piazza Nettuno 3, Bologna

con Giuseppe Ferraro, Agnese Portincasa, Elena Musiani e Yossaf Bachkar

copertina di Giornali prigionieri, la stampa di prigionia durante la Grande guerra

Durante la prima guerra mondiale circa seicentomila soldati italiani furono destinati ai campi di prigionia dell’Impero austro-ungarico e tedesco. Per mitigare la durezza delle condizioni di vita e per spezzare la monotonia di una quotidianità fatta di appelli, pasti in comune e rare uscite nei villaggi limitrofi, i prigionieri si dedicarono a iniziative che potessero ricreare nei campi le attività proprie della vita libera: dallo sport ai giochi da tavolo, dall’artigianato alla musica e al teatro, fino lo studio delle lingue, alla lettura e al giornalismo. Proprio i giornali di prigionia costituiscono uno strumento privilegiato per indagare dall’interno la vita dei prigionieri italiani, facendone affiorare gli aspetti storici, culturali, sociali, psicologici e intimamente umani. Compilati a mano, illustrati, poligrafati, ciclostilati o stampati, questi fogli rappresentano un originalissimo laboratorio umano e culturale, che in questo libro viene analizzato nel dettaglio anche grazie a un inedito apparato iconografico. I «giornali prigionieri» finirono per diventare una sorprendente via di fuga psicologica per i soldati italiani caduti in mano nemica, un modo per sopravvivere all’inferno e al tedio dei campi di prigionia.

Martedì 30 settembre alle 18 in Auditorium Biagi, Giuseppe Ferraro parla del suo libro Giornali prigionieri, la stampa di prigionia durante la Grande guerra (Donzelli, 2025) con Giuseppe Ferraro,Direttore ISRI Cosenza, Agnese Portincasa, Direttrice Istituto storico Parri e Elena Musiani, docente Università di Bologna

Modera Yossaf Bachkar, studente Università di Bologna

L’evento è realizzato in collaborazione con Donzelli editore e Libreria Coop Ambasciatori

Ingresso libero

Una volta raggiunta la capienza massima consentita non sarà possibile entrare e sostare in piedi.