31 marzo 2023, 18:00
copertina di Ahi, Sudamerica!

Come scrivono gli italiani di ritorno | doppia presentazione

Doppia presentazione Verde Eldorado di Adrián N. Bravi e Pluriball di Gianfranco Mammi entrambi pubblicati da Nutrimenti.
Lorenzo Mari dialoga con i due autori.

I LIBRI
Verde Eldorado
di Adrián N. Bravi
Ugolino vive prigioniero di un cappuccio perché un incendio l’ha sfigurato e, nell’urbanissima Venezia del 1526, la deturpazione è una vergogna da celare, un orrore, il memento delle disgrazie con cui la vita può travolgere. Ma il ragazzo non può restare a lungo nella stanza dove si rintana. Non tollerando la sua presenza, il padre decide di imbarcarlo nella spedizione di un amico che ormai può fregiarsi del titolo di Piloto Mayor: Sebastiano Caboto. Il 3 aprile del 1526, Ugolino è sull’ammiraglia di Caboto. La rotta è quella per le Isole Molucche in Indonesia, ma laggiù il leggendario navigatore non arrivò mai. Caboto viene meno al contratto con la Corona di Spagna per inseguire il racconto di alcuni sopravvissuti di una passata spedizione che narrano di una città fatta di oro e argento. Dapprima la flotta si addentra nel Río de la Plata, poi risale i fiumi Paraná e Paraguay. Ed è navigando il Paraguay che Ugolino cade prigioniero di una tribù indigena insieme a quattro compagni, immediatamente squartati e divorati. Invece lui, liberato dal cappuccio, viene risparmiato proprio grazie al viso deturpato perché loro, gli indios, in quei segni sul volto leggono il tocco dei Karai, i signori del fuoco. Inizia allora per il ragazzo una convivenza con gli indigeni che è scoperta di una natura, di una cultura, di un’umanità, di una lingua da imparare e da comprendere senza tornaconti o pretese. Perché in quei territori che figurano appena sulle mappe dell’Occidente c’è tutta una vita da apprezzare, a patto di rovesciare le abituali prospettive sul mondo. Una vita che vibra in ogni centimetro di realtà e nel corpo di Giorgina, la ragazza che più di ogni altra creatura dà senso al radicarsi di Ugolino, spingendolo a chiedersi quale sia il senso ultimo della creazione.

Pluriball di Gianfranco Mammi
La signorina Giovanna Maria Campeggi è stata strangolata nel bagno di casa e il suo fidanzato è morto per due colpi di pistola alla schiena. Parrebbe un duplice omicidio e, se fatti tanto efferati talvolta scivolano presto dalla cronaca nera all’indifferenza generale, stavolta no, perché la notizia arriva addirittura fin lassù: a Dio che tutto vede. E poiché Dio, per l’infinità di cose che vede, ogni tanto rischia di lasciarsi sfuggire qualche particolare, eccolo inviare i suoi arcangeli a fare luce sull’accaduto. Le presenze angeliche si ritrovano così in una cittadina in subbuglio per la tappa a cronometro del Giro d’Italia, ma in qualità di detective non ci fanno bella figura – al punto che Dio in persona decide di assumere le sembianze di un noto criminologo per offrire i suoi servigi ai carabinieri. E mentre Dio indaga, altri omicidi e morti affliggono la città, e la ricerca di un assassino finisce per coinvolgere un misero veggente e gli spiriti che riesce a vedere, un demone irrequieto, un prete che sa farsi temere, una hikikomori che evade dall’isolamento, un bambino e quella peste di suo fratello, un pappagallo sboccato, un vecchio solo e rancoroso... fino al sorprendente epilogo. Un romanzo sull’onnipotenza della scrittura, unico nello stile e indimenticabile come la galleria dei personaggi a cui dà vita, Pluriball riesce a scardinare il giallo facendone un genere paradossale e comico per energia e inventiva.


Adrián N. Bravi è nato a Buenos Aires e lì ha vissuto fino alla fine degli anni ’80, quando si è trasferito in Italia per proseguire i suoi studi in filosofia. Laureato all’Università degli Studi di Macerata, oggi ci lavora come bibliotecario. Nel 1999 ha esordito come narratore in lingua spagnola ma poi ha scelto di scrivere in italiano. Tra i suoi romanzi: La pelusa (Nottetempo, 2007), Sud 1982 (Nottetempo, 2008), Il riporto (Nottetempo, 2011) finalista al Premio Comisso 2012, L’albero e la vacca (Feltrinelli, 2013) vincitore del Premio Bergamo 2014, L'idioma di Casilda Moreira (Exòrma, 2019) e Il levitatore (Quodlibet, 2020). I suoi libri sono stati tradotti in inglese, francese, spagnolo e arabo.

Gianfranco Mammi è nato in Venezuela ma ha quasi sempre vissuto a Modena. Per Nutrimenti, nel 2021 ha pubblicato Nostra signora dei Sullivan. Tra i suoi altri libri: Uomini senza Mercedes, Vita di “Ridolini” e Ugo il duro, vincitore del Premio Luigi Malerba 2019. I suoi racconti sono apparsi su riviste tra cui Linus, Tèchne, Panta, L’accalappiacani, Griselda e Almanacco Quodlibet.

Lorenzo Mari vive e lavora a Bologna. Nell'ambito della letteratura sudamericana, ha tradotto Trilce (Argolibri, 2021) di César Vallejo e, insieme a Eugenio Santangelo, il romanzo dell'autore cileno Emilio Gordillo Chroma (Arcoiris, 2019).

Incontro organizzato in collaborazione con Nutrimenti edizioni, la Confraternita dell’Uva - libreria indipendente nell'ambito del Patto per la lettura di Bologna.