
Baudolino incontra Niceta Coniate, e quindi inizia a raccontare la sua storia, nella chiesa di Santa Sofia, in una Costantinopoli incendiata e saccheggiata. Fra le prede più ambite, oltre alle preziose suppellettili, ci sono le reliquie, tema che attraversa tutto il romanzo. Baudolino ritrova i corpi dei tre Magi, lui e i suoi compagni portano con sé sette diverse teste del Battista, “inventano” e (forse) perdono il Sacro Graal, diventano veri e propri spacciatori di reliquie che oggi noi consideriamo false ma che nel Medioevo, in cui il concetto del “credere” era profondamente diverso da come lo intendiamo oggi, venivano considerate autentiche anche se di dubbia provenienza (si veda Alessio Pezzella, Metanarrativa e verità in Baudolino, in Prove di forza del falso. Studi su Umberto Eco, p. 33-64: 50). La reliquia è l’oggetto che rappresenta il messaggio del romanzo, cioè la forza del falso come motore di storia vera, reale. Baudolino lo esprime parlando col Diacono Giovanni nel capitolo 31: «La fede fa diventare vere le cose» (cap. 31, p. 409).
In queste pagine vengono elencate le reliquie che impreziosivano Santa Sofia, a partire dal frammento della Vera Croce.
William Richard Lethaby & Harold Swainson, The church of Sancta Sophia, Constantinople. A study of byzantine building, London , New York, Macmillan, 1894.