Ulisse Aldrovandi, Monstrorum historia (1657)
Ulisse Aldrovandi, Monstrorum historia (1657)

«Ecco i ponci e, anche se ne avevano letto, i nostri amici non cessavano di esaminare con occhio curioso quegli esseri con le gambe diritte senza giunture alle ginocchia, che camminavano in modo rigido appoggiando al suolo zoccoli equini. Ma ciò che li faceva notare era, per gli uomini, il fallo che pendeva sul petto, e per le femmine, nella stessa posizione, la vagina, che però non si vedeva perché la coprivano con uno scialle annodato dietro la schiena» (cap. 29, p. 380).

 

Che l’essere descritto da Eco assomigli a questo solamente per il fallo pendente dal petto, dimostra che i caratteri di eccezionalità delle diverse creature possono essere mescolati, scambiati, sincreticamente radunati in un unico corpo, senza limiti se non quelli della fantasia dei diversi autori.

 

II. Monstrum ermaphroditicum pedibus aquilinis

Ulisse Aldrovandi, Monstrorum historia. Cum Paralipomenis historiae omnium animalium, Bologna, Bologna, Nicolò Tebaldini [i.e. Giovanni Battista Ferroni], 1642 [i.e. 1657].

Collocazione: 11. m. II. 4