
« “[...] La prova che anche i nostri occhi si erano abituati a quel luogo l’ho avuta quando il Poeta ha incominciato a fantasticare intorno a una panozia. Era attratto da quelle sue orecchie fluenti, lo eccitava la bianchezza della sua pelle, la trovava flessuosa e con le labbra ben disegnate. Aveva visto due panozi accoppiarsi in un campo e indovinava che l’esperienza doveva essere deliziosa: entrambi si avvolgevano l’uno nell’altro con le orecchie e copulavano come se stessero dentro una conchiglia, o come se fossero quella carne tritata avvolta da foglie di vite che avevamo gustato in Armenia. Deve essere splendido, diceva [...]”» (cap. 31, p. 401-402).
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Ulisse Aldrovandi, Monstrorum historia. Cum Paralipomenis historiae omnium animalium, Bologna, Bologna, Nicolò Tebaldini [i.e. Giovanni Battista Ferroni], 1642 [i.e. 1657].