Ulisse Aldrovandi, Monstrorum historia (1657)
Ulisse Aldrovandi, Monstrorum historia (1657)

Pubblicata postuma per la prima volta nel 1642, la Monstrorum Historia del naturalista Ulisse Aldrovandi è forse la più famosa e completa raccolta di creature “eccezionali”. Fare un elenco delle varie casistiche - alcuni sono semplicemente animali esotici e finora ad allora sconosciuti - è impossibile, come si può intuire anche solo sfogliando uno dei tanti esemplari digitalizzati e resi consultabili online. In questo caso si tratta di una digitalizzazione realizzata dall’Università di Bologna, presso la quale Aldrovandi fu docente per 40 anni, come testimonia la lapide posta all’ingresso del Teatro Anatomico nel Palazzo dell’Archiginnasio, dove si svolgevano appunto le lezioni di Aldrovandi. Il Palazzo ospita un’altra lapide dedicata al celebre studioso. Sulla storia di queste due memorie si veda Gian Battista Vai, Storia delle lapidi di Aldrovandi e dell'VIII Centenario all’Archiginnasio, «Annales. Proceedings of the Academy of Sciences of Bologna. Classe of Physical Sciences», II, 2024, p. 39-50.

In questa e nelle prossime immagini vediamo esempi di alcune delle creature descritte nell’opera e che ritroviamo in Baudolino. E le prime “eccezioni di natura” che incontriamo nel volume sono minime particolarità che riguardano l’uomo, trattato da Aldrovandi alla stregua di tutti gli altri esseri animali e quindi soggetto alla possibilità di essere “mostruoso”. In Baudolino è la saggezza dei gimnosofisti che, traslando il discorso dal piano fisico a quello morale, mette in guardia i viaggiatori dalla loro parte animale:

 

« “Qual è il più feroce degli animali?” chiese allora il Poeta.

“L’uomo”.

“Perché?”

“Domandalo a te stesso. Anche tu sei una fiera che ha con sé altre fiere e per brama di potere vuole privare della vita tutte le altre fiere”» (cap. 26, p. 346).

 

HOMO. βραχυσομος

Ulisse Aldrovandi, Monstrorum historia. Cum Paralipomenis historiae omnium animalium, Bologna, Bologna, Nicolò Tebaldini [i.e. Giovanni Battista Ferroni], 1642 [i.e. 1657].

Collocazione: 11. m. II. 4