Toponomastica rosacrociana
Toponomastica rosacrociana

Abbiamo parlato di nomi propri e della doppia casa editrice. Anche i toponomi delle due diverse vie in cui queste hanno sede - nonostante la vicinanza - partecipano al gioco di rinvii e allusioni a cui i nomi propri possono dare vita. In questo caso per volontà dell’autore, che inventa appositamente due strade inesistenti a Milano per accrescere ulteriormente questi «piccoli giochi, non necessari naturalmente al funzionamento del romanzo» (Thomas Stauder, Colloqui con Umberto Eco, p. 73, chi sta parlando è lo stesso Eco) ma che sono indizi di come Eco concepisca il proprio Lettore Modello.

La Garamond ha sede in via Sincero Renato: «Sincerus Renatus era un pastore tedesco che nel Settecento ha ricostruito i Rosacroce» (ibidem). La Manuzio invece ha come indirizzo via Marchese Gualdi, che «era un avventuriero come Cagliostro» (ibidem).

Di Federico Gualdi si hanno tracce enigrmatiche risalenti al XVII secolo, dopodiché scompare da documenti ufficiali per ricomparire solamente in allusioni o testimonianze non suffragate da nessuna certezza, fino al XX secolo. Una figura molto simile, oltre che al citato Cagliostro, al Conte di Saint-Germain di cui abbiamo da poco parlato, anche per i numerosi riferimenti alchemici e ermetici a lui collegati, che lo rendono uno dei tanti Maestri a cui si ispirano molte sette rosacrociane.

Questo suo ritratto, accompagnato da una didascalia che rileva il mistero presente attorno alla sua figura, è conservato dalla Biblioteca dell’Archiginnasio come stampa sciolta ma si trova anche in antiporta al volume La critica della morte, ovvero L’apologia della vita, che oltre ad alcune lettere scritte e ricevute dal Marchese contiene una sezione intitolata Racconto intorno ai successi del Signor Federico Gualdi (p. 75-85).

 

Gualdo Federico (sec. XVII)

Collocazione: GDS, Collezione dei ritratti, Cartone 29, Fascicolo 31, Carta 1