
Non si dice sayonara
dagli 11 anni
Il papà di Elise cucina torta di cipolle più volte alla settimana, non vuole che si parli giapponese, che si leggano Manga o si guardino anime. E dai suoi occhi si capisce chiaramente che dentro di lui c’è una specie di demone che lo rende insensibile a ciò che succede attorno. È così da quattro anni, da quando la mamma di Elise è morta. La mamma era giapponese, il papà è francese.
Elise fa moltissimi puzzle, li compone velocemente, senza pensare a nient'altro e ogni lunedì a casa di Stella, all’insaputa del papà, guarda episodi su episodi di Naruto.
Inaspettata la nonna giapponese decide di fare visita alla nipote. È decisa a purificare la casa, a tenere in vita il ricordo della figlia, a cucinare cibo giapponese e a scuotere tutta la tristezza che si è accumulata in casa e nel giardino.
La voce che racconta è proprio quella di Elise e non è una voce triste, è la voce di chi desidera non perdere ricordi e pezzi del proprio passato per potere pensare a un futuro possibile e sereno. Leggendo si può piangere un po’, ma capita anche di sorridere e di ridere.
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