Tassidermia
Tassidermia

Un altro esempio di come i nomi proprio possono ingannare e di quanto sia importante conoscere quelle che Eco chiama «le regole del romanzesco». Thomas Stauder dice all’autore di non essersi riuscito a spiegare - ma è davvero necessario spiegarsi tutti i nomi? - il nome del misterioso tassidermista Salon. Eco risponde:

 

«Indovinarlo sarebbe facilissimo ma sbagliato: Salon è la città di Nostradamus. Però questa è soltanto una divertente coincidenza, perché nella mia infanzia [...] al piano sotto di noi abitava un impagliatore di animali che si chiamava signor Salon. [...] Mi ricordo che il giorno che è nata mia sorella [...] ero stato mandato dal signor Salon, e ho passato tutto il pomeriggio [...] nel suo laboratorio. Da questo ricordo deriva la descrizione dell’antro del tassidermista nel Pendolo. L’unica cosa che non è un ricordo è la storia dell’aquila che sembra un pendolo, perché se si va a vedere la voce “tassidermia” sull’Enciclopedia Treccani, c’è disegnata una figura con l’immagine di un uccello. Ma è l’unica immagine libresca, mentre tutto il resto viene da quel ricordo. Quindi talvolta l’elemento biografico può venire fuori in pagine in cui il lettore non lo sospetta, può essere anche nella descrizione di un ambiente inverosimile».

(Thomas Stauder, Colloqui con Umberto Eco, p. 64).

 

Tassidermia, in Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti. Vol. 33: Sup-Topi, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, [1950], rist. fotolit. dell’ed. 1937, p. 305-306.

Collocazione: CONS. ENCICLOPEDIE 1-8