
Prima di arrivare al Pendolo, qualche parola su Léon Foucault. Outsider del mondo scientifico francese di metà Ottocento, spesso snobbato dai più importanti scienziati, ottenne un riconoscimento tardivo (in Francia ancora più che in altri paesi). Tutto ciò nonostante abbia non solo progettato e realizzato l’esperimento del pendolo, ma sia stato in grado di «costruire nuovi telescopi, inventare regolatori delle luci di scena, migliorare la tecnica fotografica, misurare la velocità della luce nell’aria e nell’acqua e inventare il giroscopio» (Amir D. Aczel, Pendulum. Léon Foucault e il trionfo della scienza, p. 10). Foucault si applicò anche a migliorare la dagherrotipia, in particolare per abbreviare da 30 minuti a 20 secondi il tempo di esposizione necessario per impressionare la lastra (ivi, p. 53), in modo che potessero essere realizzate anche immagini di persone e non solo di oggetti. Il risultato lo vediamo in questo suo autoritratto, riportato nel libro di Aczel sopra citato (p. 2).
In questo opuscolo, integralmente consultabile online, Foucault si occupa ancora di astronomia, cosa che non sorprende poiché la data, 28 luglio 1851, lo colloca nei mesi immediatamente successivi all’esperimento del pendolo.
Léon Foucault, Sul totale ecclissi del sole nel luglio 1851, Roma, Tipografia delle scienze, 1851.