Giovanni Battista Gugliemini, De diurno terrae motu experimentis physico-mathematicis confirmato opusculum (1792)
Giovanni Battista Gugliemini, De diurno terrae motu experimentis physico-mathematicis confirmato opusculum (1792)

Nel grande gioco dlle relazioni che informano la nostra versione bolognese del Piano, non poteva rimanere fuori la Torre degli Asinelli che abbiamo appena visto in dialogo con l’edificio dei Templari. La più importante torre di Bologna, infatti, alla fine del XVIII secolo fu sede di alcuni esperimenti di Giovanni Battista Guglielmini. L’abate-scienziato «fece cadere alcuni gravi dalla Torre degli Asinelli, alta 74 metri, trovando una deviazione media di 18,89 millimetri verso est, compatibile con l’ipotesi della rotazione terrestre; ma il risultato fu disturbato, ancora una volta, da una leggera deviazione verso sud» (Amir D. Aczel, Pendulum. Léon Foucault e il trionfo della scienza, p. 38).

Guglielmini fu quindi uno dei tanti predecessori di Foucault che per qualche piccolo dettaglio non riuscirono a dimostrare in maniera inequivocabile la rotazione terrestre. Nella prefazione di questo opuscolo (consultabile online, in particolare p. 6-7) viene spiegata la scelta della torre come luogo idoneo a mettere in atto l’esperimento di caduta dei gravi. Le prove sperimentali erano state precedute da uno studio teorico che l’abate Guglielmini aveva dedicato al cardinal Ignazio Boncompagni (anche questo consultabile online).