REPORT N. 80 - GDL LEGGEREZZA - La lunga vita di Marianna Ucria di Dacia Maraini

Mercoledì 11 gennaio 2023, ore 17.00
LXXX incontro del Gruppo di lettura Leggerezza
in Biblioteca Lame, sala dell'emeroteca

Considerato che solo due o tre persone hanno espresso delle perplessità, l'opera forse più famosa della Maraini, evidente ricerca nel passato della parte siciliana della sua famiglia, è piaciuta a quasi tutti i presenti. E di Sicilia è pervasa la narrazione, con le sue belle ville nobili. Il divario tra lo stile di vita della potente classe di proprietari terrieri ed il popolo lavoratore, stremato dalle necessità primarie, compone un affresco della società meridionale del 1700, nella quale però i comportamenti residuati dall'Inquisizione cattolica, ancora troppo viva, risentono di quel senso di predestinato che uniforma le scelte familiari a qualunque livello: nessuna volontà conta se non quella, solitamente opportunista, del capofamiglia, le bambine ignare vanno spose a 12 anni a degli sconosciuti o a parenti stretti, le donne contano meno di niente e gli uomini sono allevati a diventare rapaci predatori. Siamo ancora lontani dall'Illuminismo che si va diffondendo nel resto d'Europa.
In tale contesto la figura di Marianna spicca per originalità - benché la vicenda complessiva presenti parecchi stereotipi letterari - per essere una donna che legge, che coltiva rapporti con gli intellettuali, comunica con notevole capacità di sintesi, pur essendo mutola, si interessa di medicina ed è attenta ai suggerimenti dell'amato filosofo Hume, e che alla fine 'comanda' anche sugli uomini perplessi e riluttanti. È completamente sottomessa al signor marito-zio, ma capace anche di farsi stregare dall'attrazione per il bel giovane servo, purtroppo non sfugge ai limiti imposti dal ruolo. Ha una sensibilità acuita dalla menomazione, che favorisce la riflessione e così, determinata a farsi valere, viene contestata dai suoi stessi familiari e dà scandalo, magari solo per il fatto di aver dismesso il lutto prescritto. Oscillante tra un'apparente disfunzionale apatia e la ferma volontà di dar corso alle inusuali convinzioni derivanti dalle sue letture e dal carattere, tra l'accettazione e la ribellione, i suoi paradossi hanno tratti del realismo magico. Una donna moderna, insomma. Si tratta di un manifesto tentativo nel panorama letterario italiano di dar voce alle nuove esigenze di emancipazione delle donne.
Nulla da eccepire sulla scrittura, colta, elegante e fluida, ricca di similitudini e metafore, ma non sempre leggera. Il frequente uso del dialetto, assolutamente consono al contesto, un po' disturba, ma è facilmente comprensibile. Le dettagliate, vivide descrizioni di situazioni e persone nella prima parte del racconto rallentano un po' la fruizione, che progredisce più agevolmente nella seconda parte. Resta aperta la questione se sia approfondita la psicologia degli innumerevoli personaggi, forse prevale la rappresentazione dell'ambiente storico e culturale, che appare intento chiaro dell'autrice. Mancano, d'altronde, le emozioni che ci si aspetterebbero. Diverse le interpretazioni del finale, controverso se la fuga sia rassegnazione o liberazione.
Il romanzo, più vicino a I Viceré di De Roberto che a Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, non si sottrae al confronto tra la Maraini e la Elsa Morante, anche per le analogie nella loro storia personale, lasciando a quest'ultima l'attribuzione di una maggiore capacità di coinvolgimento del lettore. Un romanzo, comunque, decisamente femminile.
Termine dell'incontro alle ore 18,45.

Per l’appuntamento di mercoledì 1 febbraio 2023 alle ore 17.00 si leggerà:
Finché il caffè è caldo di Toshikazu Kawaguchi.


Per l’appuntamento di mercoledì 1 marzo 2023 alle h. 17.00 si leggerà:
Le cattive di Camila Sosa Villada.

 

Sofia Iaccarino