REPORT N. 79 - GDL LEGGEREZZA - Rebecca la prima moglie di Daphne du Maurier

Mercoledì 7 dicembre 2022, ore 17.00
LXXIX incontro del Gruppo di lettura Leggerezza
in Biblioteca Lame, sala dell'emeroteca

Questo romanzo del 1938 ignora le nuove pulsioni del Novecento, attinge piuttosto ai temi e alle dinamiche del secolo precedente - proprio mentre Agatha Christie inonda le librerie con le sue innovative storie poliziesche - e riprende le atmosfere cupe e neo-gotiche dell'Abbazia di Northanger di Jane Austen, che peraltro, più di un secolo prima, aveva saputo attribuire alla sue donne carattere e personalità di ben altro spessore. Non è da escludere, però, che sia stato influenzato dalla figura dell'americana, così tanto detestata dagli inglesi, Wally Simpson, recente sposa del re abdicatario Edoardo VIII. L'autrice si attarda in descrizioni minuziose dell'ambiente, che tende a ripetere continuamente, provocando noia e senso di superfluità in chi legge. Prolisso, ridondante, lento e pesante sono gli attributi emersi nei commenti alla prima parte del libro; insomma non se ne può più dei fiori profusi a piene mani ogni volta che si attraversa la tenuta. Migliore l'interesse per la seconda parte, quando il giallo prevale nella trama.
Asserito unanimemente che i protagonisti della storia siano Manderley, Rebecca e Danvers, discordanti invece sono le percezioni dei nostri lettori riguardo ai personaggi. Se qualcuno vi riscontra una certa profondità psicologica, la maggior parte ritiene che sia completamente assente dal libro, che procede per dialoghi scarni ed eventi abbastanza prevedibili. Manca quel mordente che soltanto Hitchcock ha saputo dare al suo omonimo film. La fastosa dimora inglese, con la sua schiera di servitori, le sue imponenti porte sprangate e le zone off limits, ben rappresenta la società chiusa nella quale dominano il pettegolezzo e l'invidia; simbolo di prestigio e dignità, è avanzata ad ipocrita pretesto per giustificare e occultare qualunque evento poco conveniente, compreso l'omicidio; diviene quindi la sacrosanta motivazione per la difesa e la sussistenza di un ceto sociale privilegiato, che all'epoca rimaneva ancora molto distante dalla gente comune lavoratrice. Rebecca, la prima moglie, defunta ma fin troppo viva, aleggia su tutta la storia, rivelandosi, a mano a mano che si procede allo svelamento, da dea inarrivabile a volgare mistificatrice. Fondamentale il ruolo della governante Danvers, inappagata donna sola e orfana di una relazione morbosa, inchiodata al passato e algida manipolatrice, fino alla vendetta annunciata.
Tra i personaggi minori, tutti stereotipi scolpiti nella pietra, sempre uguali a se stessi, Max de Winter è liquidato come pavido e insignificante padrone di casa, incarna la debolezza tipica del giovane benestante per eredità, dai rimorsi facilmente sopiti, travolto dagli eventi come se non dipendessero mai dalla sua volontà; una sorta di novello mister Darcy, il quale però ebbe la fortuna di finire nelle mani di una Elizabeth Bennet ben più intelligente e determinata della sua omologa nel nostro libro.
Un discorso a sé merita la giovane seconda moglie, non per caso senza nome per l'intera vicenda, di cui è narratrice in prima persona. Se da una parte può anche suscitare tenerezza per la sua giovane età e l'inesperienza della vita, che in qualche modo la assolvono, dall'altra appare troppo insulsa e scialba, incapace di affrontare quel teatrino di gente piena di misteri in cui viene catapultata ignara, fino ad una stupidità inaccettabile. Raggiunge il culmine quando, di fronte alla tragica rivelazione dell'episodio cruciale, si profonde nell'ennesima dichiarazione di amore eterno e incondizionato. Singolare, infine, la costruzione del libro: parte da una situazione che non si può comprendere appieno; dal finale, veloce e poco chiaro, si è quasi costretti a tornare all'inizio per ricostruirne il senso.

Per l’appuntamento di mercoledì 11 gennaio 2023 alle ore 17.00 si leggerà:
La lunga vita di Marianna Ucria di Dacia Maraini.

Per l’appuntamento di mercoledì 1 febbraio 2023 alle ore 17.00 si leggerà:
Finché il caffè è caldo di Toshikazu Kawaguchi.

Sofia Iaccarino