Report n. 29 - GDL Leggerezza - NORWEGIAN WOOD (TOKYO BLUES) di Haruki Murakami

Mercoledì 1 marzo 2017, ore 17.00
XXIX incontro del Gruppo di lettura Leggerezza.
Saletta del piano terra – Biblioteca Lame.

L’apprezzamento per questo libro è pressoché unanime, a parte un giudizio negativo per la fatica della lettura dovuta principalmente alle frequenti, minuziose sequenze di situazioni, ma anche ai contenuti, ritenuti piuttosto superficiali sui grandi temi che affronta, e all’atmosfera in qualche modo malsana. Per qualcuno è il libro più bello mai letto, che ha coinvolto e commosso. Si citano dei passi in cui lo stile dell’autore ha tocchi di gran classe, afflati poetici. Le descrizioni sempre molto accurate sono funzionali alla narrazione degli ambienti e dei sentimenti; il periodo storico del ’68, vissuto in modo appassionato in Italia, qui resta molto sullo sfondo e non sembra coinvolgere troppo i giovani giapponesi.
È un romanzo di formazione, quasi tutti i protagonisti sono molto giovani e la storia intera ruota intorno al trascorrere delle loro giornate, spesso in una sorta di apatia che viene dall’indeterminatezza tipica dell’età. La desolazione ritorna sia negli ambienti che negli stati d’animo. Non ci si può sottrarre ad un vago senso di nostalgia per la propria giovinezza, per ognuno dei presenti c’è qualcosa che si è davvero vissuto. In questo la costante presenza della musica – fin dal titolo, canzone dei Beatles – ha una forte componente emotiva perché è sempre musica occidentale.
Numerosi i temi profondi, primo fra tutti la morte, così tanto familiare nella cultura giapponese, contrariamente alla nostra che tende a nasconderla. La morte è parte integrante della vita. Si richiama il pensiero di Emil Cioran in L’inconveniente di essere nati. Inevitabile il confronto tra Oriente ed Occidente sul piano culturale, la circolarità a fronte della linearità del ciclo vitale. Ci si sofferma sul concetto di suicidio come l’incapacità di vivere, sull’amicizia salvifica in mezzo a tanto dolore, sul rispetto per i vecchi, sull’amore e sui rapporti sessuali sbandierati più di quanto praticati, che sovente restano glaciali, fine a se stessi. Il libro approfondisce soprattutto il disagio e le pulsioni della giovinezza.
Si notano i simbolismi rappresentati dai numeri - il triangolo che ritorna nelle relazioni amorose e amicali, il quattro - ma anche dai nomi, come il colore verde.
Molto incisivi i personaggi: la delicata, insondabile Naoko e il suo opposto Midori, ruvida e futile ma di certo mentalmente più solida, l’ambigua Reiko, sulla quale le opinioni si dividono: scaltra e indiscreta approfittatrice o sincera, matura protettrice dell’amico acquisito? Il protagonista Watanabe è un ragazzo sensibile che vive stancamente i suoi anni universitari, debolmente asseconda le volontà altrui, ma si riscatta nel viaggio disperato che è pura fuga dal dolore e alla fine compie l’unica scelta che possa salvarlo.
Gli amici piuttosto singolari, lo scanzonato Sturmtruppen e il torbido Nagasawa restano un po’ secondari, mentre le donne prevalgono nettamente in ogni situazione, prendono sempre l’iniziativa e definiscono l’evolversi delle vicende.
Una discussione in particolare si accende riguardo il finale un po’ dissacrante, il rituale laico – sempre con la musica – indispensabile per celebrare privatamente ancora una volta la morte, ma soprattutto per consentire ai vivi di voltare pagina e procedere, quasi per esorcizzarla; di non semplice interpretazione appare il rapporto che si consuma tra i due personaggi reduci dall’ennesimo lutto.
Come al solito il clima dell’incontro è stato vivace, corretto e ricco di piacevoli scambi.

Per l’appuntamento di mercoledì 5 aprile 2017 alle ore 17.00 si leggerà:
Quel che resta del giorno di Kazuo Ishiguro
Per l’appuntamento di mercoledì 3 maggio 2017 alle ore 17.00 si stabilisce di leggere:
Di cosa parliamo quando parliamo d’amore di Raymond Carver

Termine dell’incontro alle ore 19.00

Sofia Iaccarino