REPORT N. 39 - GDL LEGGEREZZA - La famiglia Karnowsky di Israel Joshua Singer

Mercoledì 4 aprile 2018, ore 17.00
XXXIX incontro del Gruppo di lettura Leggerezza.
Saletta del piano terra – Biblioteca Lame.

Accattivante, toccante, emozionante. Così ci si è espressi nel Gruppo su questo romanzo. E' piaciuto moltissimo a tutti, ha coinvolto i lettori, che l'hanno concluso benché fosse un volume dalla mole piuttosto impegnativa. L'unica voce dissenziente, che lo ritiene interessante ma didascalico, freddo e decisamente meno pregevole di altre appassionanti saghe familiari (I Buddenbrock o Cent'anni di solitudine), è rimasta isolata.
Si rileva in Singer una capacità di scrittura che fa immaginare quanto seguirà, riesce ad anticipare l'evolversi della narrazione, grazie all'introduzione di personaggi che, in una sorta di sospensione dell'immaginazione, agiscono e poi ritornano in situazioni diverse. Apprezzabili le descrizioni del contesto storico che si intuisce nello sfondo senza mai essere approfondito, di certi vivaci quartieri, soprattutto quelli americani.
La tematica principale, evidentemente lo scopo dell'autore, è la vita degli ebrei nell'Europa precedente alla seconda guerra mondiale, agli albori del nazismo. L'ebreo, deicida per antonomasia, qui non è vittima ma protagonista. Non c'è mai autocommiserazione, nonostante la drammaticità di alcuni episodi - uno per tutti: l'esposizione al pubblico ludibrio di Jegor nella sua scuola - ma un certo orgoglio dell'appartenenza ad un popolo dalla storia millenaria. L'ebraismo vissuto dall'interno, nel quotidiano, dove emergono tutti gli elementi che lo caratterizzano: l'immenso amore per lo studio e la religiosità ingenua delle donne, l'estremismo radicale di certi atteggiamenti di chiusura, il senso degli affari in una società frammentata da rivalità e pregiudizi di casta, comunque portata all'eccesso. La dissimulazione opportunistica (ebrei in casa, uomini/ tedeschi all'esterno) che giunge fino alla negazione delle origini nel caso di Georg, le marcate divisioni sociali annullate in caso di bisogno, come nel colloquio tra David e la sua consuocera, e definitivamente azzerate dalla livellante realtà americana, sono la cifra dell'evoluzione di un destino così rovesciato tra l'inizio e la fine del romanzo. La spocchia dell'erudito David riceve una solenne lezione dall'abile, signorile commerciante Solomon, aperto e generoso, la cui casa ha sempre avuto le porte aperte. Eppure si tratta di aspetti differenti della medesima cultura.
I personaggi sono disegnati con buona competenza psicologica: dall'intransigente David, passando per il figlio Georg si arriva al ribelle Jegor, il più drammatico e complesso del libro, frutto di una relazione mista, all'epoca pregiudizialmente ritenuta foriera di disgrazie; dall'insignificante Hugo, che trova un'identità soltanto nell'inquadramento ed è simbolo della facile schiavitù alle ideologie quando si è culturalmente deprivati, al dottor Landau dal cuore grande ed impermeabile ai nuovi miti della Germania, che soccorre ed è soccorso, per niente attaccato al denaro. In fondo si tratta di tre generazioni che peggiorano nel tempo.
Le donne, purtroppo, escono abbastanza male dalla narrazione. A parte Elsa, cresciuta in un ambiente anticonvenzionale e disposta a dar la vita per la sua battaglia ideologica, Lea, Teresa e le altre sono regolarmente sottomesse ai mariti, fragili, prive di carattere e religiosissime sia nei piccoli gesti quotidiani che nell'affrontare enormi disgrazie. Molto simile tale condizione femminile a quella islamica. Questo è un romanzo maschile.
Si apre un ampio dibattito sulla conciliazione impossibile, anche nella società europea presente, tra le culture - il cristianesimo, l'ebraismo e l'islamismo - che sfocia in un rassegnato: aspettiamo almeno 15 anni!
(ne deriva la proposta di leggere, per la ripresa dopo le vacanze, il recente "Sottomissione" di Houellbecq) e si conclude con una riflessione sul finale del libro, aperto, deludente o soddisfacente secondo le opinioni.
L'incontro si è svolto, come sempre, in un clima di corretto confronto.
Per l’appuntamento di mercoledì 2 maggio 2018 alle ore 17.00 si leggerà:
L'uomo che guardava passare i treni di Georges Simenon
Per l’appuntamento di mercoledì 6 giugno 2018 alle ore 17.00 si stabilisce di leggere:
Il maestro e Margherita di Michail Bulgakov

Termine dell’incontro alle ore 19.00

Sofia Iaccarino