REPORT N. 53 - GDL LEGGEREZZA - Il vecchio che leggeva romanzi d'amore di Luis Sepulveda

Mercoledì 4 dicembre 2019, ore 17.00
LIII incontro del Gruppo di lettura Leggerezza.
Saletta del piano terra – Biblioteca Lame.

Vera commozione è stata suscitata da questo breve ma bellissimo romanzo, una reazione piuttosto insolita per il nostro Gruppo, Sono molti gli elementi narrativi per cui si arriva a provare simili emozioni, primo fra tutti la bellezza della foresta e del tigrillo, protagonisti indiscussi.
Unanime l'elogio allo scrittore: leggendo "senti" i rumori, i suoni, l'andare circospetto delle belve, il vento, la foresta che si muove e "vedi" la pioggia che punge la superficie del fiume come aghi che si conficcano. Sembra di essere in un film. A tal proposito si cita Fitzcarraldo di Herzog che rappresenta la foresta amazzonica con altrettanta potenza. Una sola voce dissonante di chi, per il suo background e i suoi interessi, non è attratto da tali ambientazioni.
Tutto è vivente e palpitante in queste pagine, i fiumi come gli animali e gli indios. La vita è una e non fa distinzioni, se non per il rovesciamento dei connotati intrinseci, spesso l'animale è umanizzato e l'uomo è bestia. Il momento più alto di tale capovolgimento, il dolore ed il sentimento di compassione attribuiti alla femmina che guida il cacciatore a finire il suo compagno ferito. Ed è l'animale che sceglie: lei vuole me, pensa l'umano. Riempie e commuove, appunto.
Per contro gli uomini ottusi e violenti si manifestano in tutta la tipica brutalità degli imbecilli. Si uccide l'orso innocuo, si spara indiscriminatamente e senza motivo alla gente come agli animali. E così Sepulveda può descrivere il capolavoro dell'uomo civilizzato: il deserto.
In tale scenario si salvano soltanto gli indios Shuar che vivono secondo le loro antichissime regole di comportamento, rigide perché direttamente derivate dalle situazioni reali e dalla profonda conoscenza della foresta. Una cultura superiore, chiusa anche se generosa, insegna ma non ingloba.
Pochi personaggi notevoli in questo piccolo libro. Un fantastico dentista che gira sui fiumi con la sua attrezzatura più che usata, compresi i denti; monumentale nella sua stupidità il sindaco, incapace di comprendere la terra in cui vive. Il vecchio Bolivar, il cacciatore, invece è l'uomo solo che parla poco, con la disperata femmina di tigrillo stabilisce una relazione personale e quasi contratta il da farsi. Una figura imponente, affascinante, duro uomo della foresta, addestrato dagli Shuar, è tutt'uno con la sua semplice capanna, provvisoria come l'esistenza. Ma perché, in piedi davanti alla finestrina, legge proprio romanzi d'amore? per dimenticare le brutture e la barbarie umana e per perdersi in un mondo ideale migliore. Poetiche le pagine che mostrano l'esitazione nel mettere insieme le parole e la sconcertante scoperta di saper leggere, antidoto contro il terribile veleno della vecchiaia. C'è armonia.
Naturalmente il tema del libro è anche una denuncia forte della distruzione in Amazzonia, dell'espansione incontrollata nei territori di uomini bianchi completamente estranei alle civiltà indigene. L'autore lo costruisce come una favola in cui l'umanità è sentimento diffuso; romanzato, il problema arriva più nel profondo. Un'opera che ad ogni rilettura sarà sorprendente.

Termine dell'incontro alle ore 19.00

Per l’appuntamento di mercoledì 8 gennaio 2020 alle ore 17.00 si leggerà:
E adesso, pover'uomo? di Hans Fallada
Per l’appuntamento di mercoledì 5 febbraio 2020 alle ore 17.00 si è stabilito di leggere:
Trappola per topi di Agatha Christie

Sofia Iaccarino