Report n. 58 - GDL Leggerezza - Tre uomini in barca di Jerome K. Jerome

Maggio 2020 - LVIII incontro del Gruppo di lettura Leggerezza.
Occorre precisare che anche questo incontro non è avvenuto di persona, per le restrizioni sanitarie ancora in vigore.
I commenti pervenuti per e-mail, soltanto da chi è riuscito a leggerne o ascoltarne una copia in formato digitale, si riportano per esteso come opinioni personali delle lettrici che li hanno inviati, non potendo rappresentare da soli la riflessione dell'intero GDL.

- Ho incontrato per la prima volta questo romanzo da ragazzina. È stato amore a prima vista e dopo tutti questi anni, sorprendentemente, rileggerlo non mi ha affatto delusa. Nato come guida turistica, fu poi modificato in romanzo umoristico, ma restano alcune pagine di belle descrizioni della campagna inglese, delle rive del Tamigi e delle numerose cittadine che punteggiano il fiume. Partendo da queste immagini, Jerome passa in modo del tutto inaspettato al racconto di situazioni esilaranti in cui si vengono a trovare J. l’ipocondriaco, George il pigro, Harris un po’ troppo predisposto all’alcool, tre giovanotti alquanto bizzarri, come la loro idea di trascorrere quindici giorni insieme in barca sul Tamigi, e Montmorency il cane, il più saggio della compagnia: …tutta questa storia mi sembra una grossa stupidaggine. In realtà la vacanza sul fiume diventa solo un pretesto per liberare la sua immaginazione straodinaria, capace di creare una miriade di situazioni assurde in cui si muovono i tre scombinati amici. La sua fantasia è un pozzo inesauribile di gag, di equivoci, di incidenti improbabili, di incontri strampalati che non possono non strappare, se non la risata, almeno parecchi sorrisi. Il suo stile è impeccabile, elegante, perfettamente padrone del genere, con dialoghi che ricordano situazioni teatrali. La sua grande abilità sta proprio nell’intrecciare gli episodi comici che si sviluppano uno dentro l’altro, come scatole cinesi. Non mancano, sorprendentemente, alcune pagine di riflessioni filosofiche, come quella suggerita dalla visione notturna delle stelle e sulla funzione compassionevole della notte che lenisce le pene degli uomini. Ci sono anche alcune notazioni storiche legate ai luoghi visitati nel corso della vacanza. Mi ha colpito uno, in particolare, in cui ricostruisce la nascita della Magna Charta. L’evento è narrato in uno stile elevato,
adeguato alla solennità degli avvenimenti: sembra di ammirare un antico arazzo, animato da una miriade di personaggi descritti con grande ricchezza di particolari. Ho notato che i personaggi che si muovono in tutto il romanzo sono prevalentemente maschili. Le poche figure femminili presenti dimostrano la sua scarsa considerazione nei confronti delle donne. Non mi ha fatto sorridere la frecciata sulla eccessiva loquacità delle donne, per le quali nel passato si utilizzava un bavaglio di ferro, mentre oggi non esiste un materiale altrettanto robusto per farle tacere! Per non parlare della triste vicenda della povera ragazza annegata nel fiume, per la quale lo scrittore usa severi giudizi moralistici. Sono le uniche note stonate in un romanzo che certamente non ha pretese di profondità di pensiero, ma che è riuscito a divertirmi e a tenermi compagnia in modo lieve distraendomi da cupi pensieri.
- Ho letto Jerome per intero. Sicuramente non mi è dispiaciuto, ma in effetti in questo periodo mi sento meno predisposta che in altri ad apprezzare la pirotecnica ironia del romanzo.
- Sono riuscita ad arrivare a metà libro poi non ce l'ho fatta più a sopportare lo humour inglese che mi piace se somministrato a piccole dosi. Scritto bene, ci sono alcune profonde riflessioni ben riuscite, belle e interessanti descrizioni del lungo Tamigi e dei paesini ma questi tre amici, che non definisco bamboccioni solo perché hanno un lavoro, mi sono sembrati fanciulli un poco stupidi. Il cane direi che è il personaggio più simpatico.
- Jerome K Jerome. Mi incuriosiva molto da un po' di tempo. Esilarante. E' l'antitesi di eroismo, romanticismo. E' la ricchezza del si crede...e poi non è così". Un pensiero detto e poi negato. Il ricordo, continuo. Parentesi incessanti, la realtà e le onorevoli eccezioni. Molti episodi divertenti: " Vi siete mai trovati in una casa dove c'è una coppia in amore?". La storia dei cani, dei gatti. L'albergo ornato di caprifoglio. La storia della canzone allegra. La raschiatura delle patate. Battezzerei come parola chiave, che può farci entrare nell'opera, fantasticheria . Occorre un certo livello di attenzione, perché di lineare non c'è quasi nulla. E quindi la mia lettura ha risentito del momento in cui mi applicavo. Tanti sono stati i momenti per me di ilarità, improvvisa, sfrenata e scanzonata. La riflessione profonda, bandita nell'opera, mi ha
permesso di vagare in qua e là, secondo il movimento costruito dall'autore. Questo è quello che definisco 'divertimento' in questa lettura. L'antitesi delle mie letture privilegiate. All'inizio tutti quei 'ricordi' mi hanno dato un po' noia, poi ho seguito il loro scorrere e mi sono lasciata condurre. Complessivamente il mio è un giudizio positivo, ho sperimentato un gioco scherzoso. Forse si poteva un po' ridurre questa opera, per spezzare il ritmo incessante delle parentesi che, alla lunga, per la loro ripetitività possono stancare.
- Ho letto Jerome e l'ho trovato divertente.
Indubbiamente non è un libro molto profondo, ma dopo quasi due mesi di tristezza, avevo bisogno di una ventata di leggerezza e in questo libro l'ho trovata.
Alcuni episodi potrebbero essere validi pure ai giorni nostri, per esempio quello sulle previsioni del tempo che fa saltare la scampagnata in un giorno di sole.
Al contrario quando parla delle donne, oltre ad emergere una bassa considerazione delle stesse, mi è sembrato molto ottocentesco.
- Ho letto il libro di Jerome (che ricordavo di aver apprezzato da ragazzina) in minima parte. Non sono riuscita ad andare oltre la prima metà e sul resto ho sorvolato. Non mi succede spesso di non arrivare alla conclusione, ma questa volta il libro di Jerome era troppo lontano dai miei interessi, dal mio stato d'animo e dalla mia disponibilità mentale. Resta, a mio avviso, un ottimo esercizio letterario, per l'elevata qualità della scrittura, abilità di costruzione del periodo e competenza lessicale, utilissimo per studenti di lingua, anche italiana, grazie all'ottima traduzione. Ma non sono riuscita a reggere, solo per fare un esempio, le trenta pagine almeno sull'odore del formaggio... In cento pagine non mi ha strappato neppure un sorriso. Strano, comunque, per una che adora gli scrittori inglesi, a prescindere.

Per l’appuntamento del 7 ottobre 2020 si leggerà:
Fiesta di Ernest Hemingway
commenti raccolti a cura di

Sofia Iaccarino