Report n. 54 - GDL Leggerezza - E adesso, pover'uomo? di Hans Fallada

Mercoledì 8 gennaio 2020, ore 17.00
LIV incontro del Gruppo di lettura Leggerezza.
Saletta del piano terra – Biblioteca Lame.

Si tratta di un libro che ebbe un successo immediato, alla sua pubblicazione seguirono, nel giro di un anno, traduzioni in molti Paesi europei. La prima osservazione del Gruppo riguarda le differenze tra le due edizioni che sono state distribuite. Quella di Mondadori del 1933, come apertamente dichiarato dal traduttore Bruno Revel nella prefazione, risente di clamorosi tagli, il che ha disturbato non poco i lettori, risultando pesante per un linguaggio che poggia su costrutti desueti e a volte sgrammaticati; una per tutte, la ridicola scelta di tradurre in Ciuffetto l'appellativo affettuoso di Lammchen (agnellino), ma siamo in pieno Ventennio ed è evidente che il tutto sia praticamente una censura. La seconda, di Sellerio del 2008, ben più ampia e fedele alla stesura originale in lingua tedesca, ha consentito una fruizione molto più agile. Grandissimo scrittore, il neorealista-verista Fallada riesce a gestire anche dialoghi complessi, ma qui è più frenato che in Ognuno muore solo.
La storia è quella di una coppia che vive quasi fuori dalla realtà, in una sua bolla di amore reciproco, fatto di piccolissime attenzioni e di accettazione incondizionata, un amore pronto a superare qualsiasi difficoltà, perfino l'annientamento personale e sociale. Un romanzo d'amore.
Ma come può una storia d'amore, anche banale in fondo, essere diventata in letteratura uno dei classici che hanno segnato un'epoca e rappresentare una pietra miliare nella comprensione della Germania di Weimar e dei prodromi del nazismo?
Al di là dei due protagonisti, forte e determinata lei, ingenuo e dignitoso lui, il libro pullula di personaggi significativi che ruotano intorno al mondo del lavoro: i padroni dediti a trasformare la prestazione in una deleteria gara al maggior rendimento in termini di mero profitto, pronti ad avallare
le calunnie se strumentali ai propri scopi; i colleghi impiegati, commessi che rappresentano tutta la gamma dei peggiori comportamenti: dall'invidia alla delazione, dalla menzogna al boicottaggio, nulla manca all'ambiente di lavoro il più ostile possibile. Non manca neppure l'amicizia, ma è l'eccezione. La solidarietà si trova più tra gli operai, vicini al comunismo, che tra i livelli superiori.
Il piccolo commesso Pinneberg è sempre più fuori posto col suo colletto inamidato, alla ricerca di quella via di mezzo, tra il comunismo e il nazismo, che non troverà mai. Resterà davanti al proprio riflesso nella vetrina, a prendere coscienza della sua identità, sporco, disperato, inutile e povero, a prendere atto che la povertà è in sé sinonimo di sospetto. Altri personaggi secondari, come la suocera tenutaria di un bordello e il suo amante furfante, completano il quadro di una società ormai ridotta alla disperazione, poverissima e disoccupata, soprattutto attraversata da un clima di odio diffuso; la
contrapposizione sociale è spaventosa. La situazione politica resta sempre sullo sfondo, appena accennata. È un romanzo angosciante, che si legge con una stretta al cuore, come guardare i film di De Sica: Ladri di biciclette o Sciuscià. Il lieto fine non basta a colmare lo strazio. Naturalmente emergono le analogie con la situazione sociale attuale, che non sono trascurabili, purtroppo.

Termine dell'incontro alle ore 18.30

Per l’appuntamento di mercoledì 5 febbraio 2020 alle ore 17.00 si leggerà:
Trappola per topi di Agatha Christie
Per l’appuntamento di mercoledì 4 marzo 2020 alle ore 17.00 si stabilisce di leggere:
Cecità di José Saramago

Sofia Iaccarino