Report n. 65 - GDL Leggerezza - Cronache marziane di Ray Bradbury

Mercoledì 7 aprile 2021, ore 17.00
LXV incontro del Gruppo di lettura Leggerezza.
L'incontro è avvenuto in modalità digitale, in videoconferenza.

Se è stata una gradita scoperta perfino per chi rifugge solitamente dal genere fantascientifico, vuol dire che unanime, o quasi, risulta l'apprezzamento per quest'opera del 1950, che invero fantascienza in senso stretto non è, o almeno lo è soltanto in parte. La scelta di ambientare delle storie su Marte non basta di per sé, visto che Bradbury indulge piuttosto a scandagliare i comportamenti e le dinamiche di varie comunità di terrestri che a poco a poco trasferiscono le loro consuetudini, nel bene e soprattutto nel male, sul pianeta rosso, spesso inerme a subirne le scelte. Un viaggio nell'essere umano.
Anche se piuttosto lenta nella parte iniziale, la lettura è andata in crescendo. Geniale è dir poco di un autore visionario e brillante, dalla scrittura raffinata, sostenuta, per quanto ci riguarda, dall'elegante traduzione di Giorgio Monicelli nell'edizione per Urania di Mondadori. Le frequenti descrizioni arricchiscono la trama, se di trama si può parlare, dal momento che in origine si trattava di racconti slegati che trovarono
sistemazione in un unicum collegato dalla presenza di alcuni personaggi, divenuto nel tempo una delle opere più note della letteratura mondiale. Vi si trovano pagine indimenticabili, pervase anche di poesia, quanto di violenza. Filosofia? forse soltanto profonda conoscenza dell'animo umano.
Ogni capitolo affronta uno degli innumerevoli aspetti dell'umanità, quindi i protagonisti sono funzionali alla rappresentazione, sia della visione teologica del prete, che con la sua apertura mentale arriva ad una singolare concezione del peccato, sia della capacità di sopportazione ad oltranza nella teoria di schiavi neri che va caparbiamente verso l'illusione della libertà; tanto della trepida speranza delle due sorelle oppure della solitudine in un nuovo mondo ormai deserto, quanto della becera soverchieria sui più deboli, fino al sogno-bisogno della immortalità che restituisce una parvenza di vita anche ai morti, pur con tutti i limiti della contraffatta esistenza del robot. Si gioca sull'inconscio; il piccolo Tom, figlio a disposizione di chiunque lo desideri, o l'intera famiglia rediviva, incarnano la mancanza di rassegnazione, l'incapacità di accettare il lutto, ma anche l'insignificanza del legame con tutto ciò che è destinato a finire.
Notevole la capacità di anticipare delle soluzioni tecnologiche che hanno visto la luce solo molti anni più tardi, frutto di una sorprendente ricchezza di immaginazione. Straordinaria la riproposta di un racconto di Poe in una surreale ferocia a fin di bene. Ancora più incisive alcune situazioni come il rogo dei
libri - ripreso successivamente in Farhenheit 451 - che evoca lo scempio nazista, come i rimandi alla devastazione di Hiroshima, al mito della frontiera dei sanguinari conquistadores, al genocidio conseguente alla espansione americana. Il tutto destinato ad asserire la nostra civiltà distruttiva.
Dunque, al passaggio dell'uomo sterminatore non resta che la morte e l'immenso pianeta rimane sullo sfondo in una tristissima sequela di città abbandonate e desolate - corrispettiva al definitivo annientamento atomico della Terra - quando avrebbe potuto costituire un'irripetibile opportunità di
rinascere in una evoluzione sociale parallela al progresso tecnologico. Così passato e futuro si equivalgono.
Eppure in tanta amarezza da qualche parte sopravvive la parola amore e due mani, quelle del terrestre del marziano, si fondono. Un'ultima nota per l'asserto: la ragione della vita è viverla.

Termine dell'incontro alle ore 19.00

Per l’appuntamento di mercoledì 5 maggio 2021 alle ore 17.00 si leggerà:
Il paradiso degli orchi di Daniel Pennac
Per l’appuntamento di mercoledì 9 giugno 2021 alle ore 17.00 si leggerà:
La moglie perfetta di Roberto Costantini

Sofia Iaccarino